Thursday, October 21, 2010

Professione: Cittadina Europea :)

Com’è iniziato il percorso che, di anno in anno, ti ha portata a girare l’Europa e vivere periodi più o meno lunghi in diverse città del continente?
Tutto è iniziato come una fiaba dello studente moderno: con l’Erasmus. Sin dall’inizio dell’università, a Bucarest, volevo ad ogni costo ottenere questa mobilità di studio presso l’Università degli Studi di Perugia, essendo da sempre innamorata della lingua italiana. Passati questi sei mesi, mi sono accorta che il mio percorso all’estero era appena cominciato e che non potevo fermarmi lì.
Cosa vuol dire per te Europa?
La mia casa, il posto di cui non mi annoio mai, a cui mi sento profondamente legata e che non smette mai di suscitare il mio interesse.
Viaggiare è un pò riscoprire se stessi?
Direi proprio scoprire se stessi, perché viaggiando riesci ad arricchire la tua identità personale e a conoscere degli aspetti della tua personalità che magari prima rimanevano nascosti. Per dare un esempio, i viaggi mi hanno fatto scoprire la mia passione per le lingue straniere e per gli incontri tra persone di culture diverse. In più, un’esperienza all’estero mette alla prova la tua resistenza agli choc interculturali e le tue reazioni davanti alla diversità di tutti i tipi: culturale, geografica, linguistica, religiosa, etnica, politica, ecc. Insomma, scopri un nuovo tipo di nuovo.
Cosa hai ricavato da queste esperienze? Se dovessi dare un aggettivo per ogni luogo in cui hai vissuto?
Ogni periodo vissuto in qualche paese straniero ha stimolato la mia curiosità e ha sviluppato la mia capacità di adattamento, al punto che ora mi sentirei capace di viaggiare in qualsiasi posto del mondo, e forse anche vivere. Innanzitutto, la mia scala personale di valori è cambiata, ora guardo con tanta relatività quello che, secondo la mia cultura, sarebbe buono o cattivo. Apprezzo e rispetto la diversità, a tal punto che potrei ascoltare a bocca aperta i riti indiani per il matrimonio o i racconti del mio amico giapponese che legge la mano. Io non devo credere nelle cose che sento, però esse mi danno l’immagine vera del mondo in cui viviamo – un mondo straordinariamente ricco dal punto di vista culturale, e tutto ciò mi affascina e mi rende più partecipe alle trasformazioni delle nostre società.
Scegliere solo un aggettivo per ogni luogo in cui ho vissuto non è facile, però ci provo: Bucarest (Romania): artistica, Perugia: giovane, Amburgo (Germania): multiculturale, Siena: ferma, Strasburgo (Francia): multistrato,Coimbra (Portogallo): eterogenea.
Parliamo di attualità. Cosa pensi del provvedimento varato in Francia che prevede l’allontamento dal territorio nazionale delle persone di cittadinanza rumena?
C’è da dire che la Francia ha rimpatriato i Rom di cittadinanza rumena che risiedevano illegalmente sul territorio francese. Personalmente, capisco che non sia facile vivere con accanto un campo Rom che può creare tanti tipi di problemi e penso che sia giusto allontanare le persone che non rispettano le leggi, qualunque sia la loro cittadinanza. Europa è un continente molto tradizionale che, momentaneamente, non riesce ad assorbire i popoli che hanno uno stile di vita fondamentalmente diverso; essendo visti da sempre come un problema, i Rom hanno finito per costituire realmente un problema per le società europee e la loro discriminazione persiste dappertutto. Il provvedimento della Francia incide sicuramente in modo negativo sull’immagine del mio paese, però non lo considero come una misura contro i miei connazionali, ma piuttosto contro i residenti illegali sul territorio francese.
Come spieghi tutta questa intolleranza verso i tuoi connazionali? Credi che la gente non sappia la differenza tra Rom e rumeno?
I rumeni sono uno dei popoli più poveri dell’Unione Europea (la zona più povera dell’Unione si trova nell’est della Romania), che risiede in una posizione geopoliticamente strategica. Siamo sempre stati divisi dagli interessi delle potenze più importanti, abbiamo sofferto i traumi del comunismo e, in più, abbiamo una mentalità balcanica che non accetta necessariamente le stesse tappe di sviluppo che hanno seguito i paesi occidentali. Di conseguenza ora, con le nuove possibilità di viaggiare, vogliamo vivere bene come gli occidentali e immigriamo in massa (d’altronde, come gli altri popoli dell’est). Se a tutta questa storia aggiungiamo la confusione che si è creata intorno ai due nominativi, penso di aver già spiegato l’intolleranza esistente verso i miei connazionali. Se questa confusione tra “Rom” e “rumeno” è creata appositamente o è semplicemente malgestita dal governo rumeno, questo non lo so. Comunque, si tratta di un errore grave a cui contribuiscono sia i mass media che l’ignoranza della gente e non vedo perché i rumeni dovrebbero rimanere afflitti.
Progetti futuri? Dove ti vedi tra vent’anni?
Nuove esperienze di studi, nuove esperienze di lavoro, sempre all’estero. Il mio percorso personale è molto flessibile e quindi è difficile dire che cosa farò tra vent’anni, però di sicuro vivrò all’estero, forse in Italia. Avrò dei figli che parleranno un sacco di lingue straniere, avrò visitato tanti posti lontani e magari avrò scritto qualche libro sulle mie esperienze da girovaga.

1 comment:

  1. Andreea Calinescu03 November, 2010 12:46

    la tua prima intervista....ora sei famosa, sorella! :)

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