Thursday, May 6, 2010

Turisti in Portogallo

Mi siedo e chiedo un bicchiere di vino Porto. Il cameriere mi sorride e mi parla piano, con quella complicità con la quale apprezza tutti gli stranieri che si sforzano per parlare la sua lingua. Mi sono detta, anche se sono sola e circondata solo da turisti con i tratti tipici del nord, mi posso godere questa serata promettente. Sì, alla fine accanto a me s'era seduto un tizio in giacca e cravatta, pompato di soldi ma pure lui solo. Ho pensato tra me e me che, se devo andare da sola in un bar per ascoltare musica tradizionale portoghese dal vivo, che sia così.
Non passano neanche cinque minuti di pensieri solitari che il mio vicino di tavolo mi rivolge alcune parole in inglese. Non il business man di provenienza sconosciuta, ma un uomo sessantenne, con la stessa faccia nordica accennata prima. Come i pensieri negativi continuavano a invadermi nella mia solitudine, mi ero schifata all'idea che lui fosse interessato a parlare con me per praticare quella specie di turismo sessuale. Critichiamo la gente del nord perché spende soldi in questi piccoli piaceri sporchi ma siamo noi, la gente del sud, che li invita per fare ciò. Comunque, lui si accorse subito dei miei dubbi e, nel rispondermi, si rivolse verso la sua moglie - di nuovo, il tipico viso nordico che ti spiega anche perché nel mondo esiste il turismo sessuale. Chiarite le intenzioni, comincia a chiedermi da dove vengo, che faccio a Coimbra, come mi chiamo e che studio.
-Chimica!
-No!!!
-Diritto internazionale!
-Devono essere i miei occhiali che le fanno credere una cosa simile!
Praticamente, nelle sue due scelte ha nominato probabilmente le uniche materie al mondo che non suscitano neanche il minimo interesse in me. Mi  sono chiesta seriamente cos'è che trasmette la mia presenza agli altri. Essendo troppo occupati per essere noi stessi, ci scordiamo che troppo spesso l'immagine che creiamo negli altri ci rimane parzialmente incontrollabile. A quello che noi vogliamo trasmettere l'altro aggiunge sempre le sue proprie fantasie, senza tenere conto che le sta sovrapponendo a una base reale e, a volte, a lui sconosciuta.
Creata quest'amicizia temporanea, mi rilasso per godere la musica, convincendomi sempre di più della buona scelta che avevo fatto. Le voci erano stupende e l'atmosfera gioiosa, come quando si sta all'estero e tutto ci piace semplicemente perché diverso.
- La musica tradizionale portoghese...ti  piace?
-Sì, tantissimo!
Anche il mio gusto è motivato dallo stesso principio. Se fossi stata portoghese, probabilmente non mi sarebbe piaciuta.
-E' come la musica romena, no?
Non so come spiegargli che è completamente diversa, quindi esito e lui mi guarda confuso. Non ho neanche la più pallida idea di come sia la musica tradizionale olandese, ma sicuramente per lui è completamente differente. Certe volte il turismo non fa altro che rafforzare gli stereotipi che avevamo già.
E proprio quando meno me l'aspettavo, il tizio in giacca e cravatta chiama il cameriere e gli chiede di pagare. Nel frattempo si rivolge a me e mi dice in inglese:
-Can I pay yours?
-No! La mia risposta fu chiara e sicuramente inaspettata per lui. Probabilmente sono poche le giovani che non si approfittano di una proposta del genere, ma per me l'offesa che io potessi essere conquistata così, ha superato l'orgoglio di essere notata.
Ci dev'essere qualcosa nell'aria di Coimbra.

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